Renato Cioni nacque a Portoferraio nel 1935 in una famiglia di umili pescatori, con la passione per la musica. Insomma, mentre gli altri lanciavano le reti, lui lanciava acuti!
Crebbe fra le vie strette e le piazzette del centro storico, fra il Forte Stella e il Grigolo, in un’isola che gli diede i natali ma che non riuscì a trattenerlo: la sua passione era troppo grande per restare sullo scoglio. Infatti, la sua voce non si fermò all’Isola d’Elba: attraversò i mari e conquistò i palcoscenici più prestigiosi del mondo, consacrandolo come una delle voci italiane più amate del XX secolo.
Soprannominato non a caso “La Voce dell’Elba”, Cioni iniziò quasi per caso, cantando nelle chiese del paese. Nessuno sapeva ancora che dietro quel giovane autodidatta si nascondeva un artista formidabile, che avrebbe collezionato in futuro successi in tutto il mondo.
Negli anni della giovinezza si perfezionò al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze e, nel 1956, vinse il prestigioso Concorso Adriano Belli del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Il debutto? Lucia di Lammermoor, nei panni di Edgardo.
Un inizio coi fiocchi, anzi… con le arie!
Da lì in poi, il tenore Renato Cioni non si fermò più: cantò nei grandi teatri italiani – Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Genova, Trieste, Bologna, Catania – e poi prese il volo verso l’Europa: Svizzera, Spagna, Germania, Belgio, Francia…
La sua voce sembrava non conoscere confini.
Nel 1959 sbarcò negli Stati Uniti: Carnegie Hall di New York, San Francisco Opera, e persino l’Accademia di Musica di Philadelphia. Ma il vero colpo di scena arrivò il 4 marzo 1961, quando debuttò alla Scala di Milano nel ruolo di Pinkerton in Madama Butterfly. Da quel momento, il suo nome divenne leggenda.
Nel 1964 cantò in due spettacoli memorabili: Tosca al Covent Garden accanto alla grandissima Maria Callas e a Tito Gobbi, e La Traviata alla Scala, diretta dal mitico Herbert von Karajan. Nel 1970, volò al Metropolitan di New York, esibendosi in Norma con Joan Sutherland e Marilyn Horne. Cioni divenne celebre anche grazie alle incisioni discografiche, tra cui spiccano Lucia di Lammermoor e Rigoletto con Joan Sutherland, registrate nel 1961 per la Decca, che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento per gli appassionati di lirica.