Punture di medusa: cosa fare e cosa non fare
L’estate è tempo di vacanze, sole, mare e giochi sulla spiaggia. Un tempo prezioso per riposarsi e godere il più possibile del contatto con la natura.
Purtroppo a volte i piccoli inconvenienti sono in agguato, ad esempio “l’incontro” con una medusa: ma niente panico! Per non rischiare imprevisti sgradevoli bastano un pizzico di attenzione e qualche semplice rimedio naturale, adatto anche ai più piccoli.
Se guardando il mare si dovessero scorgere delle meduse, il consiglio è evitare di tuffarsi!
Ma nel caso in cui si venga punti niente paura, nella maggioranza dei casi le lesioni derivanti dal contatto con le meduse provocano disturbi risolvibili senza troppi problemi. Le meduse che si trovano nel Mediterraneo infatti sono meno pericolose rispetto a quelle tropicali.
È importante quindi mantenere la calma e osservare dei piccoli accorgimenti.
I tentacoli della medusa contengono milioni di cisti nematoidi, che vengono depositate sulla pelle della vittima in seguito al contatto. La rottura di queste cisti libera il veleno, un miscela di proteine che può dare effetti locali (infiammatori, neurotossici, dermotossici) e sistemici (cardio-circolatori, emolitici, allergici).
Il contatto con la medusa del mediterraneo in genere provoca un dolore bruciante e un’orticaria dolorosa (simile ad una ustione), accompagnata da gonfiore, eritema, vescicole e bolle, ma dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta una sensazione di prurito.
Il grado di dolore-bruciore varia a seconda delle aree colpite e diventa insopportabile solo nel caso sia colpito più del 50% della superficie corporea.
In rari casi le meduse del mediterraneo possono causare reazione allergica grave con shock anafilattico.
Cosa fare:
Stare calmi, respirare normalmente, uscire subito dall’acqua senza farsi prendere dal panico. Per avere un’immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è bene lavare immediatamente e ripetutamente con acqua di mare l’area interessata e favorire il distacco dei tentacoli ancora attaccati alla cute e che continuano a rilasciare veleno.
È bene non utilizzare acqua dolce perché questa favorirebbe la scarica del veleno delle cnidocisti.
Se necessario asportare delicatamente con pinzette eventuali residui di tentacolo (in mancanza delle pinzette è possibile utilizzare anche un oggetto rigido ma non tagliente come la carta di credito o comunque una tessera plastificata).
Per ridurre il prurito applicare un gel astringente al cloruro d’alluminio, meglio se a una concentrazione del 5%, acquistabile in farmacia. Creme al cortisone o contenenti antistaminico sono inizialmente inutili perché entrano in azione in tempi più lunghi.
Se volete usare un prodotto naturale, potrete rivolgervi all’aloe vera o alla calendula. Come rimedio naturale per le punture di medusa ci viene incontro anche il bicarbonato, in quanto aiuta ad alleviare la sensazione di prurito.
Nel caso in cui dovessero subentrare delle complicazioni, come reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, disorientamento, andare subito al pronto soccorso o chiamare il 118.
Cosa NON fare:
Non strofinare con sabbia o una pietra la parte colpita. Il calore di una pietra, della sabbia (o di acqua) non servono assolutamente perché per annullare le tossine bisognerebbe raggiungere 50 gradi, cosa che potrebbe comportare un’ulteriore ustione.
Non usare ammoniaca (o urina) perché aumenta l’infiammazione.
Non usare aceto (da usare solo per punture di meduse tropicali), perché può acuire i sintomi.
Non sciacquare con acqua dolce perché aumenta il rilascio di veleno.
Non grattare la zone dove è presente l’irritazione per non favorire la diffusione della tossina
Evitare l’esposizione eccessiva al sole delle zone colpite per circa una settimana (il tempo dipende dal tipo e dall’estensione della lesione) in quanto la cute potrebbe diventare più scura e irritata.
Detto questo, buona vacanza 🙂
Infoelba consiglia: