L’Isola d’Elba si prepara a rivivere lo sbarco di Napoleone, il 4 maggio
Quest’anno la preparazione della rievocazione dello sbarco di Napoleone all’Elba coinvolge tutta l’isola perché nel 2014 ricorrono i duecento anni dalla data che cambiò per sempre le sorti territorio. Anche se la rievocazione dello sbarco di Napoleone all’Elba sarà il 4 maggio, già il 3 maggio la città di Portoferraio rievocherà quel che accadde da quando Napoleone arrivò nella rada di Portoferraio a bordo dell’ imbarcazione inglese Undaunted. L’Imperatore, prima di mettere piede sul suolo elbano, si occupò di tutti i preparativi e soprattutto cercò di far arrivare ai cittadini elbani un messaggio molto forte per rassicurare sul significato della sua presenza.
Le autorità del tempo, il vicario Arrighi, rappresentante delle istituzioni religiose, il viceprefetto Balbiani e il generale Dalesme furono ricevuti dall’Imperatore a bordo della nave e il 4 maggio in tutti i paesi dell’isola d’Elba furono affissi tre differenti manifesti a firma dei tre. Il messaggio era di invito all’accoglienza e benevolenza verso l’Imperatore che aveva scelto la loro isola per la “dolcezza dei loro costumi e del loro clima”.
Poco importa se fu Napoleone o no a scegliere l’isola d’Elba come sua terra d’esilio dopo l’abdicazione, l’importante è che egli volle presentarsi agli elbani come colui in seguito alle vicende avverse della sorte, aveva scelto fra tutte le terre possibili proprio la loro isola e questo doveva ben disporli alla sua presenza.
L’arrivo dell’Imperatore gettò l’isola al centro della scena internazionale e durante i 10 mesi in cui egli soggiornò all’Elba la stessa divenne meta di visitatori, non certamente disinteressati perché l’uomo che con le sue abilità aveva costruito un grande impero doveva essere tenuto sotto controllo.
Tuttavia quella presenza, per la prima volta dopo molto tempo, dette un’unità amministrativa all’Isola d’Elba che, nel passato divisa fra i vari domini, con l’arrivo di Napoleone invece fu riunificata e trasformata in un unico principato.
“Io sarò buon padre, siatemi buoni figli”, sono queste le parole di Napoleone verso gli elbani che furono veicolate attraverso i manifesti pubblici e che rimbalzarono fra le persone, attraverso una rete di comunicazione capillare gestita dalle istituzioni.
La ricerca di un messaggio diretto e preciso per instaurare un legame che facesse leva su sentimenti di tipo familiare era un modo certamente efficace per catturare la benevolenza degli elbani.
L’arrivo dell’Imperatore fu anche presentato come un avvenimento epocale, come si legge nel manifesto del vicario Arrighi:
“L’Isola d’Elba, già celebre per le produzioni della natura, diviene oggi più illustre nella storia dei popoli perché rende omaggio al suo novello Principe di fama immortale.
L’Isola d’Elba entra nel rango delle nazioni e la piccolezza del suo territorio viene nobilitata dal nome del Dominante. Elevata ad un onore tanto sublime, accoglie nel suo seno l’Unto del Signore e tanti insigni personaggi che gli fanno corona.
Quando sua Maestà Imperiale e Reale scelse quest’isola per il suo riposo annunciò al mondo che ci amava con predilezione. L’opulenza inonderà queste contrade e si accorrerà da ogni parte alle nostre sponde per vedere un eroe”.
Un evento descritto al tempo con parole che già annunciavano i futuri benefici derivanti dallo sviluppo di un’economia di tipo turistico per l’isola, il cui effetto continua ancora oggi.