Dallo scoglio alla Scala: la straordinaria carriera del tenore elbano Renato Cioni - I Love Elba!
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Quando pensiamo alla storia di Portoferraio o dell’Isola d’Elba in generale, la prima immagine che viene in mente è quella di un condottiero francese dal grande cappello nero: Napoleone Bonaparte, che usò il piccolo scoglio come dimora durante il suo esilio forzato. Ma ridurre la storia del nostro territorio a questo solo episodio sarebbe un peccato!

Oggi vogliamo raccontarti un altro capitolo ricco di cultura… e di musica. Ma soprattutto, vogliamo parlarti di un altro personaggio che ha portato alto il nome della nostra isola con il suo straordinario talento.

Ti sarà capitato di assistere a uno spettacolo nel meraviglioso Teatro dei Vigilanti: un concerto, un saggio di danza..

Questo piccolo e delizioso teatro, oggi, porta il nome del celebre tenore elbano Renato Cioni: testimone di un’epoca affascinante, che inizia ben prima della sua intitolazione.

Ma facciamo un passo indietro…

La Voce dell'Isola

Renato Cioni nacque a Portoferraio nel 1935 in una famiglia di umili pescatori, con la passione per la musica. Insomma, mentre gli altri lanciavano le reti, lui lanciava acuti!

Crebbe fra le vie strette e le piazzette del centro storico, fra il Forte Stella e il Grigolo, in un’isola che gli diede i natali ma che non riuscì a trattenerlo: la sua passione era troppo grande per restare sullo scoglio. Infatti, la sua voce non si fermò all’Isola d’Elba: attraversò i mari e conquistò i palcoscenici più prestigiosi del mondo, consacrandolo come una delle voci italiane più amate del XX secolo.

Soprannominato non a caso “La Voce dell’Elba”, Cioni iniziò quasi per caso, cantando nelle chiese del paese. Nessuno sapeva ancora che dietro quel giovane autodidatta si nascondeva un artista formidabile, che avrebbe collezionato in futuro successi in tutto il mondo.

Negli anni della giovinezza si perfezionò al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze e, nel 1956, vinse il prestigioso Concorso Adriano Belli del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Il debutto? Lucia di Lammermoor, nei panni di Edgardo.

Un inizio coi fiocchi, anzi… con le arie!

Da lì in poi, il tenore Renato Cioni non si fermò più: cantò nei grandi teatri italiani – Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Genova, Trieste, Bologna, Catania – e poi prese il volo verso l’Europa: Svizzera, Spagna, Germania, Belgio, Francia…

La sua voce sembrava non conoscere confini.

Nel 1959 sbarcò negli Stati Uniti: Carnegie Hall di New York, San Francisco Opera, e persino l’Accademia di Musica di Philadelphia. Ma il vero colpo di scena arrivò il 4 marzo 1961, quando debuttò alla Scala di Milano nel ruolo di Pinkerton in Madama Butterfly. Da quel momento, il suo nome divenne leggenda.

Nel 1964 cantò in due spettacoli memorabili: Tosca al Covent Garden accanto alla grandissima Maria Callas e a Tito Gobbi, e La Traviata alla Scala, diretta dal mitico Herbert von Karajan. Nel 1970, volò al Metropolitan di New York, esibendosi in Norma con Joan Sutherland e Marilyn Horne. Cioni divenne celebre anche grazie alle incisioni discografiche, tra cui spiccano Lucia di Lammermoor e Rigoletto con Joan Sutherland, registrate nel 1961 per la Decca, che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento per gli appassionati di lirica.

Il legame indissolubile con la sua terra natale

Nonostante il suo successo a livello internazionale e una carriera che lo ha portato nei più celebri teatri, il tenore Renato Cioni non ha mai dimenticato le sue origini. Il richiamo della sua Portoferraio era più potente di qualsiasi applauso, più profondo di qualsiasi sipario che si alzasse su palcoscenici lontani.

Qui tornava sempre, qui scelse di costruire la sua vita accanto a una donna elbana, e qui vide crescere i suoi figli: immersi nello stesso mare, nei medesimi vicoli e nelle stesse piazze che avevano visto nascere il suo sogno. Cioni sposò infatti Loretta, un’elbana doc come lui, e insieme formarono una coppia affiatata e affascinante. Nonostante la fama, Renato non si lasciò mai travolgere dalla mondanità, rimanendo sempre profondamente legato alla sua terra e alla sua famiglia. Il suo rapporto con Loretta fu un perno fondamentale, e la decisione di tornare a vivere sull’Isola d’Elba insieme a lei, una volta terminata la sua carriera, testimoniò l’intenso legame che lo univa alla sua isola natale.

Il Teatro dei Vigilanti: dove la voce di Renato Cioni Vive ancora

Oggi, il suo nome continua a risuonare forte. Non solo nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo, ma anche nelle note che si diffondono fra le mura del Teatro dei Vigilanti – Renato Cioni, l’unico teatro di Portoferraio, che porta con orgoglio il suo nome. Un tributo doveroso, perché anche se la sua voce ha attraversato oceani e continenti, il cuore di Renato Cioni è sempre rimasto qui, sulla sua isola.

A rendere ancora più vivo il ricordo del tenore è la piccola saletta-museo all’interno del Teatro, dedicata proprio a lui: uno spazio ricco di emozione, dove sarà ospitato un busto in terracotta con basamento in legno raffigurante il Maestro, opera dell’artista Luciano Regoli. Accanto, dei pannelli fotografici ripercorreranno la sua incredibile vita artistica e personale, offrendo al visitatore un viaggio nel tempo e nella musica.

Ma non finisce qui: è in fase di lancio anche un video documentario, prodotto da PopCult e in collaborazione con Cosmomedia, con il sostegno della Gestione Associata per il Turismo dell’Isola d’Elba. Un’intervista inedita, intima e autentica, che restituirà la voce e il pensiero di Renato Cioni in prima persona – un’occasione preziosa per chi vuole conoscere non solo il grande artista, ma anche l’uomo dietro il sipario.