Lucio Corsi: dall’Isola d’Elba a Sanremo, un legame tra musica e conchiglie - I Love Elba!
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Il Festival di Sanremo, istituzione musicale italiana per eccellenza, ha portato alla ribalta un cantautore fuori dagli schemi, che da subito ha incantato milioni di italiani con le sue melodie, i testi profondi e gli outfit eccentrici: Lucio Corsi. Un artista che sembra essere uscito da una favola, da un episodio della Melevisione. Il cantante maremmano ha portato sul palco un brano dolcissimo e potente allo stesso tempo, così intenso da aggiudicarsi il secondo posto e il premio della critica Mia Martini. “Volevo essere un duro, però non sono nessuno” canta Corsi, con un’ironia sottile e delicata che si trasforma in un monito di speranza per chi si sente fragile, fuori posto o semplicemente diverso dagli altri, dimostrando che anche la diversità può essere rivoluzionaria. Durante il Festival, ogni sua esibizione si è trasformata in una performance teatrale, come il fantastico duetto con Topo Gigio sulle note di Nel blu dipinto di blu di Modugno. E il successo non si è fermato alla settimana sanremese: dopo il programma, l’attenzione era incentrata su di lui, tanto che si parlava più di Lucio Corsi che del vincitore stesso.

Classe 1993, originario di Vetulonia, in provincia di Grosseto: una frazione di Castiglione della Pescaia che si trova nell’entroterra fra l’Argentario e l’Isola d’Elba. Una zona della Toscana immersa nel verde, comunque vicina a Grosseto, con un fascino che mescola storia etrusca e natura.

Perchè abbiamo deciso di raccontarti questa storia? Perchè Lucio Corsi è, in qualche modo, collegato alla nostra isola d’Elba.

Il legame con l'Isola d'Elba

Oltre a essere un toscano DOC, il cantautore ha sempre mostrato un certo affetto per la nostra isola, al punto da renderla protagonista di uno dei suoi brani più celebri.

“Di che cosa sono fatte le conchiglie

E come fanno ad arrivare

Lungo le spiagge affollate

Se dal cielo non scendono scale

Se dal mare non arrivano strade

Probabilmente sono state fatte a mano

Da un uomo sull’Isola d’Elba

C’ha lavorato una vita e poi

S’è stufato e le ha tirate per terra”

Con questi versi, tratti dalla canzone Cosa faremo da grandi del 2020, Lucio Corsi ha regalato all’Isola d’Elba una delle immagini più poetiche mai cantate. Un uomo misterioso passa la sua vita a costruire preziose conchiglie per poi gettarle via e lasciarle in balia delle onde del mare, senza rimpianti. Un’immagine quasi filosofica, che ben si sposa con la sua personalità bizzarra: un artista visionario, creativo, sognatore, con un piede nel presente e un altro in un mondo fiabesco ed immaginario da lui inventato. La canzone nasce su una spiaggia d’inverno, in un periodo in cui – proprio come all’Elba fuori stagione – il tempo sembra fermarsi.

L’Elba, nella sua musica, è un luogo di mistero e di meraviglia, un posto che, come lui, sfugge alle etichette. Non a caso, anche il suo approccio alla carriera è simile alla filosofia dell’uomo delle conchiglie: fare arte con passione, senza preoccuparsi troppo di dove porterà.

Dall'Elba a Sanremo... Fino all'Eurovision!

Dopo la rinuncia di Olly a partecipare all’Eurovision Song Contest a Basilea, Lucio si è mostrato sin da subito propenso a prendere il suo posto: sarà proprio lui a rappresentare l’Italia in questa competizione musicale europea e chissà, magari anche portare un po’ di spirito elbano in giro per l’Europa.

Noi, nel frattempo, possiamo solo tifare per lui e sperare che le sue canzoni – proprio come le conchiglie del suo brano – possano arrivare ovunque, trasportate dal vento e dalle onde.