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San Valentino e le leggende d’amore dell’Isola d’Elba: storie che il tempo non ha mai cancellato
San Valentino, la festa degli innamorati, è alle porte. Come ogni anno, ci siamo chiesti che cosa poter scrivere per poter celebrare una festa così romantica. Ecco la risposta: parlare delle leggende d’amore ambientate all’Isola d’Elba.
La nostra isola custodisce infatti storie intrise di mistero e magia, che attraversano i secoli e che raccontano di amori che non smettono mai di vivere, anche quando il destino sembra ostacolarli.
Ma attenzione: non sono solo racconti da condividere davanti al caminetto, ma leggende che nascondono anche qualche segreto. E noi siamo qui per svelarli. Pronto a tuffarti nel lato più romantico e misterioso dell’Isola d’Elba?
La leggenda dell'Innamorata
Parliamo di amore eterno, di un sentimento tanto potente da riuscire a sfidare il tempo e il mare. Ma parliamo anche di pirati, ripide scogliere e di un giovane che, per amore, non ha paura neanche della morte. La leggenda dell’Innamorata ci insegna che i veri amori non finiscono mai.
Tutto ha inizio nel 1534, quando le coste elbane erano sotto il tiro del pirata Barbarossa. In quell’epoca lontana, nacque un’incredibile storia d’amore: quella fra Maria e Lorenzo. Il loro sogno giovanile era però ostacolato dalla famiglia benestante del ragazzo, che disprezzava le umili origini della giovane.
Insomma, una versione un po’ alternativa di Romeo e Giulietta!
Ma la passione che provavano l’uno per l’altra era troppo intensa per spegnersi di fronte alle pressioni inutili dei genitori: i due innamorati si riunivano in segreto in una spiaggia, in cui vivevano momenti romantici al riparo da occhi indiscreti.
Nel pomeriggio del 14 luglio, però, una tragedia si abbatté sulla loro felicità: mentre Lorenzo aspettava Maria nel loro prezioso rifugio marino, custode dei loro momenti più speciali, un gruppo di pirati lo catturò e lo trascinò via, gettandolo in mare. Maria, assistendo alla scena, corse inutilmente verso la spiaggia. Distrutta dal dolore, si gettò nel mare per riabbracciare il suo amato.
Da quel momento, lo scoglio dove rimase il suo scialle fu chiamato Scoglio della Ciarpa.
Un secolo dopo, il nobile spagnolo Domingo Cardenas, esiliato nella zona, vide un’apparizione di Maria camminare fra le onde. Colpito dalla visione, decise di accendere mille torce sulla spiaggia ogni anno, in onore di Maria, e la spiaggia venne rinominata Spiaggia dell’Innamorata.
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Ogni anno, il 14 luglio, si celebra la Fiaccolata dell’Innamorata, con una rievocazione storica che illumina la spiaggia e celebra l’amore eterno di Maria e Lorenzo. La tradizione vuole che una ragazza di Capoliveri impersoni Maria, e l’anno successivo troverà il suo vero amore.
La leggenda insegna che neanche la potenza del mare riesce a spegnere un amore così forte.
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LA LEGGENDA DELLE GROTTE: L’AMORE PERDUTO FRA ALBA E SABINO
I due protagonisti di questa leggenda sono Alba e Sabino, due giovani innamorati che – come Maria e Lorenzo – avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di preservare il loro sogno d’amore. E infatti, così fecero.
Ma si sa, quando si chiede un aiuto alle forze divine, bisogna sempre ricordarsi di mantenere le promesse!
La loro storia, come la precedente, è quella di un legame proibito e travolgente: una passione che nessuna barriera poteva arginare. Disperati per il loro amore ostacolato, i due giovani si rivolsero a Venere, la dea dell’Amore. La dea accettò di aiutarli, ma a una condizione: avrebbero dovuto dedicarle un luogo sulla terra, un nido d’amore in cui erigere un altare votivo in suo onore.
Ma come accade spesso nelle storie d’amore, l’incanto della passione prese il sopravvento sulla ragione. La promessa fatta a Venere venne dimenticata, nascosta fra i sogni e le dolci carezze.
La punizione non tardò ad arrivare: Sabino perse la memoria, vagando per tutta l’isola senza neppure riconoscere la sua amata. Alba, d’altro canto, se ne andava per ogni spiaggia e ogni sentiero alla ricerca del suo cavaliere.
Fu proprio vicino al complesso monumentale delle Grotte di Portoferraio, dove sorgevano i ruderi di un’antica domus romana, che i loro spiriti si incrociarono l’ultima volta: si dice infatti che, passando da questo magico luogo, si possa ancora sentire la voce di Alba che chiama il suo amato.
La leggenda delle Grotte ci racconta di un amore che non è mai riuscito a trovare la pace, ma che continua a vivere, nei sussurri del passato, nei rumori della natura, come un richiamo lontano, sospeso tra le onde e le rocce.
Se un giorno ti capiterà di passeggiare tra quei ruderi, fermati. Potresti ascoltare il sussurro di un amore perduto che ancora oggi cerca di ricongiungersi!
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La leggenda della Vantina
Non possono mancare le leggende legate al soggiorno di Napoleone all’Isola d’Elba.
Il nome del celebre condottiero francese accende sempre la curiosità dei turisti e degli abitanti dell’isola, e le storie sono più vive che mai tra i vicoli e i borghi dell’Elba. Tra queste, spicca la leggenda della Vantina, tramandata di generazione in generazione, soprattutto nelle piazze di Capoliveri.
Si racconta che, a causa delle pesanti tasse imposte dall’imperatore, scoppiò una rivolta che portò Napoleone a schierare le sue truppe con l’intento di distruggere Capoliveri. Questo astio nei confronti dei popoli invasori si può ben intuire già dall’antico nome di Capoliveri: Caput Liberum, dove “Liberum” sta proprio a indicare un paese libero da re e imperatori (alcuni però interpretano la parola “libero” anche come “restio al pagamento delle imposte”, durante il periodo napoleonico).
Ma se non ci sono testimonianze che confermino l’interesse di Napoleone per Capoliveri, c’è sicuramente quella per Amelia Vantini, conosciuta come Vantina, alla quale venne affidato il compito di rappresentare e salvare l’intera comunità. Si narra che bastò uno sguardo per far innamorare Napoleone, che, preso dal fascino di Vantina, decise di ritirare le sue truppe, risparmiando così il paese e i suoi abitanti.
Una storia d’amore che, seppur brevissima, cambiò il destino di un intero paese.
Così, Capoliveri fu salvata grazie al coraggio e alla bellezza della “Vantina”, alla quale in seguito fu intitolata la piazza anfiteatro.
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Non solo storie d'amore antiche!
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Mentre le leggende che popolano l’Isola d’Elba ci raccontano di amori perduti e lontani, c’è anche spazio per storie più moderne e piene di speranza.
Un esempio di questa nuova narrativa è il libro “Volevo solo sfiorare il cielo” di Silvia Ciompi, una storia che mescola dolore e fiducia nel futuro, con un finale che apre a nuove possibilità.
Ambientato proprio all’Isola d’Elba, il romanzo ci trasporta tra i suoi paesaggi paradisiaci, dove la protagonista, Clelia, è una ragazza che ha perso la madre e vive nel dolore e nel silenzio.
Ma la sua vita cambia quando scopre un misterioso scantinato lasciatole dalla madre, destinato a ospitare una web radio, e quando incontra Lorenzo, un ragazzo appena arrivato sull’isola da Roma.
Tra i due nasce una tensione inizialmente fatta di scontri, ma che ben presto si trasforma in un amore che darà loro la forza di affrontare i propri segreti e le cicatrici del passato.
L’autrice, Silvia Ciompi, ha osservato e preso ispirazione dai luoghi incantevoli dell’isola, facendo della bellezza del paesaggio e delle sue atmosfere un vero e proprio protagonista della storia. La magia dei luoghi elbani si intreccia così alla narrazione, regalando al lettore un’esperienza che va oltre la storia d’amore. La bellezza di questa storia è che, pur raccontando il dolore, ci offre un messaggio di speranza: l’amore è capace di far risplendere la luce anche nei periodi più bui.
Se queste storie romantiche hanno acceso in te la voglia di festeggiare San Valentino con la tua dolce metà all’Isola d’Elba, corri a leggere il nostro articolo “5 Buoni motivi per trascorrere San Valentino all’Isola d’Elba”.
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