Il faro dello Scoglietto: custode silenzioso nelle acque dell’Isola d’Elba
Un vecchio marinaio, al culmine di una lunga traversata, si asciuga la fronte sudata e si guarda intorno in cerca di un appiglio. Nonostante il mare sia piatto come una tavola, l’oscurità della notte contamina ogni centimetro dell’orizzonte e orientarsi diventa pressoché impossibile.
All’improvviso scorge in lontananza una luce amica: è piccola, ma abbastanza luminosa da guidarlo nel suo percorso senza fatica. Quella sentinella silenziosa e protettiva, che illumina l’acqua ad intermittenza, è il Faro dello Scoglietto.
Questo racconto di fantasia è in realtà una storia che sarà capitata in passato innumerevoli volte: questo faro è stato una presenza rassicurante ed un simbolo di speranza per generazioni di marinai che si avventuravano giornalmente fra le acque del Mar Tirreno.
Di fronte alla spiaggia delle Ghiaie, eccolo lì, che si erge in lontananza: i bambini lo indicano ed i nonni raccontano loro di quel faro-custode silenzioso, nonché testimone di storie e leggende marinaresche.
Il Faro dello Scoglietto è posizionato sulla cima di un isolotto che porta lo stesso nome ma che anticamente era chiamato Ferraiola: termine che richiamava il nome medievale di Portoferraio, ovvero Ferraia.
E’ stato edificato nel 1910 per volere della Regia Marina, ma poi distrutto durante la Seconda guerra mondiale e prontamente ricostruito appena dopo, nel 1945. Il fanale si trova precisamente sulla cima di una torre circolare avente una scala interna, il tutto rivestito in pietra.
Ad oggi è automatizzato e funziona grazie all’alimentazione fotovoltaica: ciò vuol dire che riesce ad emettere ben due lampi bianchi ogni 6 secondi senza l’aiuto di esterni. Tuttavia, molti anni fa non era proprio così: un guardiano azionava il faro quotidianamente e, a fine giornata, dopo aver sorvegliato tutta la zona, soggiornava nella piccola palazzina accanto.
Immagina poter dire “Sono il guardiano dello Scoglietto!” Sarebbe fantastico, non è vero?
Le acque che circondano quest’icona popolare sono ricche di specie marine diverse (cefali, salpe, saraghi, orate) e di relitti, che attirano subacquei ad esplorarne le bellezze nascoste attorno al suo fondale prevalentemente roccioso. In particolare, i percorsi di snorkeling attorno a quest’area sono due: la Franata ed i Grottoni.
La prima, più superficiale e adatta anche a sub dilettanti. La seconda invece è alla portata di sub più esperti ed amanti di profondità maggiori, finalizzata all’esplorazione di cave e rocce che compongono il fondale e vantano una ricchissima vegetazione.
Non a caso dal 1971 il braccio di mare fra Forte Falcone e Capo Bianco (che comprende dunque anche lo Scoglietto) è diventato una zona di tutela biologica, e ad oggi rimane l’unica area marina protetta dell’Isola d’Elba.
In questo modo, il faro dello Scoglietto e tutto ciò che lo circonda (dal fondale ricco di spelonche alla vegetazione che cresce sopra l’isolotto) potrà continuare ad essere quel simbolo incontaminato e tanto caro all’iconografia elbana, che decine di bambini osservano con ammirazione dalla spiaggia immaginando storie di marinai, tempeste e sirene
