Con l’arrivo dei volontari di Legambiente, tra cui Roberto Barsaglini e Tatiana Segnini, la situazione è cambiata radicalmente. Hanno protetto la nidificazione utilizzando una luce rossa innocua e mantenendo i curiosi a distanza. Salvo un inappropriato flash da parte di qualcuno, le indicazioni dei tartawatcher di Legambiente sono state seguite.
La tartaruga ha scavato il suo nido tra sospiri, forti sbuffi, lacrime e il suono delle pinne per circa un’ora, per poi fare ritorno in mare senza sollevare neanche una goccia d’acqua.
I volontari di Legambiente hanno immediatamente informato il 1530 della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera, che ha a sua volta avvisato Arpat per un controllo definitivo della nidificazione.
Alla fine, è stata Irene a dare un nome alla coraggiosa e tenace tartaruga: “Speranza Marina“, in onore del luogo scelto per deporre le uova e del futuro del mare, ma anche in onore delle donne di Marciana Marina che, in passato, portavano quel nome in tempi difficili, così come lo è oggi la vita delle tartarughe marine.
Questo è il quinto nido conosciuto di Caretta caretta nell’estate 2023 sull’Isola d’Elba, un record, e sicuramente il più inaspettato. Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana e marinese, commenta: “A Marciana Marina è successo qualcosa che non pensavamo fosse possibile, ma le tartarughe marine stanno chiaramente cercando di adattarsi alle nuove condizioni delle nostre coste. Non solo devono affrontare temperature estreme e spostarsi sempre più a nord, ma devono anche affrontare l’erosione costiera e colonizzare spiagge ‘nuove’ che non esistevano qualche decennio fa. Questi pacifici e antichi rettili sono chiari segnali di un mondo e di un mare che stanno cambiando troppo velocemente, non solo per loro che li inseguono sulle spiagge, ma anche per gli esseri umani che a volte li spaventano, a volte li proteggono“.
Ricordiamo di seguire rigorosamente le regole in caso di presenza di tartarughe marine sulla spiaggia: non disturbarle in alcun modo, mantenere una distanza di almeno 5 metri, evitare rumori, abbassarsi il più possibile e non scattare foto con il flash.
Durante il ritorno in mare delle tartarughe, è possibile scattare foto solo per l’identificazione dell’individuo. È fondamentale seguire le indicazioni dei volontari di Legambiente e di altre associazioni.
Le tartarughe marine sono specie protette e danneggiare i loro nidi o disturbare gli animali costituisce un reato.