Un museo dedicato alle straordinarie imprese di Jacques Mayol, l’uomo-Delfino, nel cuore della sua amata Isola d’Elba
Aveva girato i mari di tutto il mondo, ma Jacques scelse l’Elba come suo rifugio dove vivere. Dal 1973 per Mayol il mare dell’Elba era Le grand bleu. Fu proprio questo il titolo che Luc Besson scelse per il film del 1988 sul duello a distanza tra Mayol ed Enzo Maiorca a colpi di record mondiali di immersione. Realizzati in circa 10 anni, l’ultimo record di Mayol l’ottenne all’età di 56 anni, quando “in assetto variabile”, raggiunse i 105 metri nel 1983.
Il figlio Jean Jacques nella Villa Glaucos in località Calone, nel comune di Capoliveri, amatissima residenza del padre, ha aperto un museo per ricordare il grande apneista e intellettuale francese.
“Non è un museo tradizionale, vogliamo che le persone scoprano chi era Jacques come persona, come viveva in quello che lui chiamava il nido delle aquile. Mi piace ricordare che mio padre diceva che se gli uomini avessero imitato i delfini, il mondo sarebbe stato migliore” spiega Jean Jacques, figlio del grande apneista.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con Bruno Rizzato, fotografo ufficiale di Mayol dal ’74 al 2001, anno della sua morte, e Luciano Minerva, giornalista e scrittore.
“La notizia del suicidio di Mayol, il 22 dicembre 2001, fece il giro del mondo, ma le sue imprese sportive, le sue ricerche scientifiche, le sue idee sul rapporto dell’uomo con il mare e gli animali e sui temi ambientali restano più vive che mai.
(da TMNews)